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“Mala tempora currunt” per tutti i settori dell’economia, così anche l’arte si adegua.

A New York la prima asta di Arte Contemporanea e Post-War con prezzi per tutte le tasche.

Christie's giovedì 10 marzo, nella splendida cornice del Rockfeller Plaza si è tenuta la prima asta di Arte Contemporanea "low cost" intitolata First Open e curata da Sara Friedlander. L'idea è di creare un comparto simile a un supermercato dell'arte al quale possano affacciarsi i neofiti del collezionismo per confrontarsi con investitori ben più esperti e agguerriti senza rischiare di tornare a casa a mani vuote o con il conto in banca in rosso.

A metterla così sembrerebbe che i prezzi di aggiudicazione siano tutto sommato accessibili, ma a quanto pare la parola collezionista d'arte è ancora appannaggio di pochi. Lo dicono i risultati di questo primo esperimento: dei 313 lotti "cheap" ne sono stati aggiudicati solo 262 dei quali il 90% con un prezzo superiore ai 5000 dollari. Il record d'asta l'ha stabilito l'opera di Jean Dubuffet, l'Erratique, con un prezzo di 698500 dollari. Insomma, non proprio spiccioli, ma bisogna tener ben presente quali siano le motivazioni d'acquisto e lo status del potenziale cliente che si affaccia all'arte contemporanea. Soprattutto non bisogna dimenticare quanto il "sistema arte", come l'ha definito lo storico e critico d'arte Achille Bonito Oliva, impatti sul prezzo finale dell'opera. Siamo dinanzi ad un nuovo mecenatismo, in cui al ruolo del "signore" si sostituisce il sopraccitato sistema arte.

L'artista esegue l'opera, i concorsi per "talenti" la promuovono, i galleristi scommettono, espongono e controllano i fili invisibili della domanda e dell'offerta (come sembra di scorgere anche nel mondo dell'alta orologeria). Infine i critici giudicano e pubblicizzano le opere con un "perorismo mediatico" tipico del nostro tempo (vernissage, stampa specializzata, internet, televisione). Questo circuito ha dei costi che inevitabilmente ricadono sul "consumatore finale" e hanno il loro riflesso sul prezzo d'acquisto.

Allora l'Arte Contemporanea è ancora per pochi? Sì, se pensate che 1850 euro (quelli che occorrono per portare a casa un'opera certificata) siano una somma eccessiva o se preferite utilizzarla per andare in vacanza per un weekend a Portofino (pasti e cadeaux esclusi). Da questo pensiero Altamura di certo non si discosta. Lo conferma Michele, mio grande amico ma soprattutto gallerista in città da trenta anni, parlando di un prezzo medio di 1500 euro e di un tempo medio d'acquisto fra i più lunghi dal post-crisi. Altro dato che colpisce è l'età media dei clienti, pericolosamente vicina ai quaranta anni.

A conferma che a quella generazione di precari senza paracadute (come li ha vividamente etichettati Angela Colonna in un recente articolo) è quasi impossibile se non del tutto precluso ospitare tra le proprie mura domestiche un "pezzo" da ammirare, custodire e tramandare ai propri figli come un patrimonio economico ma prima di tutto artistico.

Colonna sonora: Maria Callas – Tosca, Atto II: Vissi D'arte, Vissi D'amore

In copertina: Jean Dubuffet (1901-1985) – L'Erratique
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