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La città

Piazza S. Teresa, il parere di un architetto altamurano

I limiti del progetto relativo alla riqualificazione dell'area. Si chiede il coinvolgimento dei cittadini in una discussione

Fa discutere molto il progetto relativo alla sistemazione di piazza S. Teresa che vede interventi per 86mila euro (quantificati nel preliminare) finanziati dal Comune per la realizzazione di pensiline e impianti di alimentazione elettrica per il mercato ortofrutticolo che da alcuni mesi è stato spostato nell'area. In precedenza, i venditori occupavano piazza Matteotti, ora adibita a parcheggio auto. Numerose le riflessioni a riguardo, non solo da comuni cittadini, abitanti della zona, ma anche da esperti in materia. Un architetto altamurano, Nunzio Perrucci, ha voluto esprimere la propria opinione in merito mettendo in luce quelli che sono gli aspetti negativi del progetto. "Voler riempire ogni vuoto urbano". Esordisce così in una sua nota. E continua: "E' uno spazio adiacente al centro storico, sul quale affaccia da un lato una chiesa del 1600 con annesso ex monastero, e su un altro lato un'ala di quella che era una volta un edificio facente parte del Castello, e che rappresenta uno dei principali accessi al Centro Storico. Già anni fa al suo centro, in maniera non proprio ottimale, è stato posizionato un edificio adibito a bagni pubblici, e, recentemente "arricchito" da un grande chiosco prefabbricato (edicola privata). E' già oggi uno spazio saturo di fabbricati nella parte centrale, cosa che non rende più possibile la sua fruizione visiva spaziale complessiva e va a frazionare (invece che accorpare come in tutte le normali piazze) la superficie a disposizione rendendola di fatto anonima oltre che inutilizzabile". In ordine a ciò, l'architetto pensa ad una riqualificazione dell'area con l'eliminazione dei manufatti centrali, "le cui destinazioni si potrebbero spostare nei piani terra dei fabbricati esistenti circostanti, restituendogli la destinazione d'uso più appropriata: quella di piazza".

L'architetto sottolinea: "Non c'è la pretesa di voler suggerire oggi interventi risolutivi, anche costosi, tuttavia non si può nemmeno accettare che, in ossequio al detto che al peggio non c'è mai fine, si progetti di completare lo sfacelo oggi esistente, con l'aggiunta delle pensiline fisse del mercato ortofrutticolo giornaliero, che qui si vorrebbe trasferire in maniera definitiva. Analizzando il progetto predisposto si può dire senza ombra di dubbio che è soffocato in uno spazio angusto. Non c'è spazio sufficiente a garantire sicurezza e igiene, né spazio sufficiente per il passaggio della gente tra le bancarelle, (lo verifichiamo già oggi con le sole bancarelle senza le pensiline) sia nel prolungamento di via Maggio 1648 sia lungo via S. Teresa, che rappresenta uno dei principali accessi al C.S. verso il Municipio e Piazza Duomo. […] Non c'è traccia, nel progetto, degli alberi esistenti dal lato di via Maggio 1648 che rappresentando ulteriori ostacoli, crediamo che con tutta probabilità saranno eliminati (!). Chi autorizzerà questa realizzazione dovrà farsi carico anche di eventuali problemi legati alla sicurezza e all'ordine pubblico (mancanza di adeguate dimensioni delle vie di fuga)".

E conclude con una considerazione di tipo storico: "Il mercato della frutta esiste (senza pensiline) da oltre 100 anni in piazza Castello (al punto da essere identificato con quella piazza); la quale a sua volta va sicuramente riqualificata non per farci solo il parcheggio (quale poi?) ma per prevedere all'interno del progetto di riqualificazione, eventuali elementi di copertura più leggeri possibilmente lungo i bordi della piazza e non al centro, come invece fu fatto con i bagni pubblici a S. Teresa. In tal modo si potrà utilizzare la parte centrale anche per altri scopi. (Auspicando che questa volta si voglia ricorrere finalmente ad un concorso di idee predisposto seriamente). Sembra cosi anacronistico e assurdo, oggi che si parla tanto di rigenerazione urbana, di centri storici da recuperare e da riqualificare, stare a discutere di questo progetto che potrebbe dare il colpo di grazia ad una delle pochissime piazze, ereditate solo grazie alla lungimiranza dei nostri padri, evidentemente molto più avveduti di noi. Considerati i precedenti in materia, prima di alimentare ulteriori polemiche, sarebbe opportuno discuterne pubblicamente con il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, delle categorie professionali e di tutti coloro che sono sensibili a queste problematiche".
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