Incontro sulle foibe
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Libri

Dalle foibe all'esodo, intreccio della storia ad Altamura

Il senatore Menia ha presentato un libro e ha parlato del campo 65

Lunedì sera, nella saletta conferenza dell'Abmc (Archivio biblioteca museo civico), è stato presentato il libro del senatore Roberto Menia "10 febbraio dalle foibe all'esodo". Menia è ritenuto il "padre" della legge del 2004 con cui è stato istituito il Giorno del ricordo, per ricordare le vittime delle foibe e rinnovare la memoria dell'esodo degli italiani del confine est.

L'incontro è stato organizzato dalle associazioni CulturaIdentità e Fondazione Città identitarie ed è stato promosso da Carlo Moramarco (responsabile territoriale di CulturaIdentità). Sono intervenuti per i saluti i parlamentari Maria Nocco e Ignazio Zullo e il consigliere regionale Michele Picaro, esponenti di Fratelli d'Italia come Menia. Breve collegamento telefonico di Edoardo Sylos Labini, fondatore e presidente di CulturaIdentità e Fondazione Città Identitarie. L'incontro è stato coordinato dal giornalista Onofrio Bruno e ha visto anche gli interventi del presidente dell'Abmc Giuseppe Pupillo e di Tonino Divella che ha portato una breve testimonianza della vita del centro di raccolta profughi dove tutti i giorni da Gravina portava il latte fresco ai bambini delle famiglie ospitate nelle baracche e nei fabbricati fatiscenti in via Gravina, nei pressi della statale 96 per Gravina.

Ad Altamura, infatti, c'è stato un intreccio della storia. Nella seconda guerra mondiale quell'area fu campo di prigionia (C.P.) classificato con il numero 65. Quando avvenne l'esodo dal confine orientale, quello stesso luogo dal 1951 al 1962 diventò uno dei 117 Crp - Centri di raccolta profughi. Qui gli esuli vivevano in condizioni molto precarie ma i vialetti di quella pietraia estesa si animarono di vita con piccoli spacci per generi alimentari e di prima necessità e con una scuola.

Il senatore Menia ha raccontato con dolore e sofferenza la vicenda delle foibe che toccò anche la sua famiglia. Tra i suoi cari ci sono stati vittime delle foibe ed esuli. Sua madre (profuga) fu maestra in vari campi di accoglienza, tra cui Altamura. Il libro è molto documentato: per ogni città che fu tolta all'Italia, l'autore ha raccontato una storia di infoibamenti. Vicende atroci, definite una "pulizia etnica". Perché poi, con l'esodo di circa 350.000 persone, le terre dell'Istria e della Dalmazia hanno perso la loro italianità: di colpo sono stati nazionalizzati i nomi della città, delle vie, tutto.

L'attenzione di Menia si è soffermata anche sul campo di Altamura. Due aspetti antitetici, due rovesci di una stessa medaglia. "I migliori ad accogliere gli esuli siete stati voi al Sud, rispetto ai campi del Nord", ha detto il senatore. Ma ha anche ricordato un'altra pagina del campo 65, che precede cronologicamente quella dell'esodo.

"Al campo che è qui - ha detto Menia - tra il 1943 e il 1945 gli inglesi hanno addestrato e istruito i partigiani jugoslavi. E sono proprio i partigiani comunisti di Tito che hanno fatto i massacri delle foibe. Ci sono ancora delle scritte slave nel fabbricato rimasto in piedi. Ad Altamura è stato fatto anche un murales che ritrae i partigiani jugoslavi con tanto di bandiera con la stella rossa".

L'incontro ha suscitato notevole attenzione e partecipazione.
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